Bernardu Zizi

Onifai. 1928 -
Barore ses che sole in sa tempesta
de lughe dende s’ultimu ispiràgliu
e como chi ses betzu frimmu resta
c’a dogni frase faghes un isbàgliu
as bidu in sas piantas de foresta
chi ogni tantu faghen unu tàgliu
e nde segan sas betzas totucantas
pro chi crescan sas àteras piantas.
(Risposta a Barore Sassu)

Nasce a Onifai nel 1928, inizia a cantare all’età di 24 anni a Dorgali nel 1952 in compagnia di Totoni Crobu e Pitzente Simula. Agli inizi della sua carriera, Zizi ha fatto in tempo ad incrociare alcuni dei grandi improvvisatori del secolo scorso: Barore Sassu, Barore Tuccone e Remundu Piras. Da allora Zizi ha avuto modo di confrontarsi con i migliori interpreti della poesia a bolu – soprattutto Peppe Sozu, Antoni Pazzola e Marieddu Màsala – e di ritagliarsi un ruolo di primo piano nella storia della poesia improvvisata. Si può dire, senza timore di essere smentiti, che Zizi abbia cantato in tutti i paesi della Sardegna. Molto apprezzato dal pubblico per la sua voce potente e melodiosa, per più di sessant’anni è stato un indiscusso protagonista delle dispute in versi. Un fenomeno che allo stesso tempo simbolizza la resistenza della gara poetica all’estinzione e alle difficoltà. Altre doti di Zizi sono la velocità nell’esecuzione e la buona intesa con il tenore che accompagna le ottave. ©Domus de Janas Editore

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