Nasce a Siligo il 12 dicembre del 1855 in una casa del vicinato Sa Nièra. Comincia a lavorare in tenera età. Subito dopo la scuola dell’obbligo trova impiego come servo pastore a Ploaghe, paese verso il quale dimostrerà sempre riconoscenza e affetto. All’età di vent’anni, come molti altri sardi, fa domanda di arruolamento nelle guardie regie e serve per qualche anno la patria. Successivamente, per una malattia che gli inibisce un servizio puntuale, è costretto nel 1890 a tornare definitivamente in Sardegna. Da questo momento, la passione per la poesia improvvisata, che fino ad allora era rimasta sopita, si risveglia prepotentemente e Còntene diventa uno dei cantadores più richiesti sui palchi di tutta la Sardegna. È uno dei poeti più grandi della storia della poesia improvvisata, sicuramente uno dei più amati. Per venti anni calca le scene con i maggiori poeti dell’epoca e il suo nome diviene leggendario. Secondo Paolo Pillonca nel suo “Chent’annos, cantadores a lughe ‘e luna”, che cita a sua volta un’opera del parroco del tempo, Gavinu muore improvvisando un’ottava per il sacerdote, canonico Fiocca, che gli ha appena somministrato i sacramenti della confessione, comunione ed estrema unzione. Muore a Siligo il 24 luglio del 1915. ©Domus de Janas Editore